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Note e dati sul lavoro umano di Giampaolo Montaletti

Introduzione

Questo documento fornisce un aggiornamento sul concetto di “servizi pubblici relazionali” (Relational Public Services – RPS) e analizza come questo approccio potrebbe essere applicato per migliorare i servizi e le politiche per il lavoro nel contesto italiano. La trattazione parte dalla definizione del concetto, esplora le basi teoriche e le criticità del sistema attuale in Italia, presenta casi studio internazionali rilevanti e conclude con una sintesi dei potenziali vantaggi e delle sfide per l'implementazione nel nostro Paese.

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ISTAT ha pubblicato i dati sui contratti collettivi e retribuzioni contrattuali per il periodo gennaio-marzo 2025.

Le retribuzioni contrattuali orarie nel primo trimestre 2025 sono cresciute del 3,9% rispetto allo stesso periodo del 2024

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Problemi Principali delle Politiche Attive del Lavoro

  1. Problemi di Efficacia e Targeting

    • Disallineamento tra sviluppo delle competenze e reali esigenze del mercato
    • Insufficiente attenzione alle cause strutturali della disoccupazione
    • Difficoltà nel raggiungere i gruppi più vulnerabili
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Il ministero del Lavoro ha pubblicato il 15 aprile scorso il Report sul Deposito contratti aziendali depositati secondo l’articolo 5 del DM 25 marzo 2016. Il report analizza i 107.315 contratti di cui 12.073 risultano attualmente attivi. Tra i contratti attivi, 9.821 sono aziendali e 2.252 territoriali.

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La popolazione a rischio di povertà o esclusione sociale in Italia è pari a 13 milioni e mezzo di persone, pari 23,1% nel 2024. Il dato è in lieve crescita rispetto al 2023, quando la percentuale complessiva era al 22,8%. Lo afferma ISTAT che ha pubblicato il 26 marzo un report sulle condizioni di vita della famiglie.

La crescita sarà pure lieve come afferma ISTAT, ma il numero resta molto elevato, senza dubbio.

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Eurostat riporta che nel quarto trimestre del 2024, il tasso di occupazione delle persone di età compresa tra 20 e 64 anni nell'UE si è attestato al 75,9%, stabile rispetto al terzo trimestre del 2024, con l’Italia al 67,1%, in calo di 0.4 punti rispetto al trimestre precedente.

Eurostat ha diffuso anche i dati dell’indicatore allargato di disoccupazione (“market slack”, letteralmente “fiacchezza di mercato”) che comprende tutte le persone che hanno un bisogno insoddisfatto di occupazione, ovvero disoccupati, part time involontari, persone disponibili al lavoro ma che non lo hanno cercato oppure disponibili al lavoro ma non immediatamente.

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Mercato del lavoro stazionario, salari giù.

Nel quarto trimestre 2024 il mercato del lavoro è rimasto sostanzialmente stazionario. Le ore lavorate sono cresciute dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e dello 0,5% rispetto al quarto trimestre 2023. Nello stesso periodo il PIL è cresciuto dello 0,1% in termini congiunturali e dello 0,6% in termini tendenziali.

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Torna a crescere l'occupazione a gennaio 2025, afferma ISTAT in occasione della diffusione dei dati provvisori sulle forze di lavoro.

La crescita rispetto a dicembre 2024 è di 145 mila unità, lo 0,6% in più. Di conseguenza il tasso di occupazione passa al 62,8%.

I disoccupati calano di 9 mila unità, il tasso di disoccupazione scende al 6,3%. Da dove vengono tutti gli occupati in più? Naturalmente dal gruppo degli inattivi (-146.000 unità), che probabilmente così inattivi non erano.

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Ci sono molte fonti internazionali di dati sul lavoro che spesso pubblicano elaborazioni di indicatori che ISTAT non pubblica per l’Italia. Si tratta di dati tratti dalle indagini sulle forze di lavoro[^ https://www.istat.it/informazioni-sulla-rilevazione/forze-lavoro/] oppure dalla contabilità nazionale[^https://www.istat.it/statistiche-per-temi/economia/conti-nazionali/] dove le informazioni sul lavoro vengono trattate per la stima del PIL e quindi del costo e della produttività del lavoro. Mentre la rilevazione delle forze di lavoro si basa su un criterio “nazionale” (si rilevano le persone in base a dove risiedono), i conti relativi al PIL si basano sul criterio “interno”: si contano le persone in base a dove producono valore. Quindi una persona che vive a Bologna e lavora a Milano, viene rilevata come occupata nelle forze di lavoro in Emilia-Romagna, ma il suo contributo al PIL viene conteggiato in Lombardia.

Le fonti

Le più grandi imprese ad elevata tecnologia del mondo avevano annunciato tagli e ristrutturazioni nel 2023. Cosa è successo effettivamente?

Cosa possiamo capire dalla successione di annunci di ristrutturazione di aziende come Meta, Amazon, Google, Apple, Microsoft e Salesforce che fino al 2023 erano considerate “posti sicuri” e adelevata crescita? I dati pubblicati da Eurofond (https://www.eurofound.europa.eu/it/home) raccontano una storia interessante per il futuro dei servizi ICT in Europa e in Italia.

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